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Il Regime Scozzese Rettificato

(Régime Écossais Rectifié)

Ogni rito massonico deriva da una particolare visione iniziatica. Alcuni danno priorità alle problematiche sociali e politiche, altri si rivolgono esclusivamente alla ricerca esoterica e spirituale. Alcuni sono puramente devoti alla speculazione intellettuale e filosofica, altri sono teisti, altri infine sostengono l’appartenenza cristiana e, più precisamente, gnostica. Ogni obbedienza ha la propria impronta. 
Il Rito Scozzese Rettificato  è inequivocabilmente legato alla libera muratoria spirituale e cristiana. Inoltre, come documentano diversi testi, vi è un chiaro collegamento tra il Rito Scozzese Rettificato e il Martinismo. Mentre dobbiamo osservare che il Martinismo non è una forma di para-massoneria o tanto meno un sistema di alti gradi sovrapposti alle logge azzurre (come diversi Riti massonici), è tuttavia vero che nel corso dei secoli sono stati intrecciati numerosi forti  collegamenti tra la massoneria tradizionale e l’iniziazione martinista.

Il seguente testo è stato originariamente pubblicato in un libro edito nel 1995 dal Gran Priorato di Gallia a cui vanno i nostri ringraziamenti fraterni.

Il Regime Scozzese Rettificato è un sistema massonico e cavalleresco cristiano, fondato in Francia nel terzo quarto del XVIII secolo. Dopo un’apparente eclissi nel XIX secolo, ha conosciuto nel nostro tempo, e in particolare a partire dai primi anni ‘ 60 dello scorso secolo, una rinnovata forte vitalità.

Va notato che il concetto di Regime si riferisce all’organizzazione strutturale del sistema, dal Rito alla pratica rituale vera e propria. 

Le due espressioni: Regime Scozzese Rettificato e Rito Scozzese Rettificato non sono, a rigor di termini, intercambiabili, anche se la pratica comune li confonde, ciò che facilita il loro acronimo comune:

RSR (in francese: RER).

Il Regime Scozzese Rettificato fu organizzato tra il 1774 e il 1782 da due gruppi di massoni di Strasburgo e Lione, tra cui Jean e Bernard de Turckheim e Rodolphe Salzmann (tutti e tre di Strasburgo) e in particolare il lionese Jean-Baptiste Willermoz (1730- 1824) che ne fu l’ideatore. L’architettura del Regime è stata opera sua ed è stato lui a modellare la dottrina che viene trasmessa.

Da un punto di vista formale, il Regime Scozzese Rettificato ha tre origini, mentre dal punto di vista spirituale  ha due fonti o ispirazioni.

Per quanto riguarda la struttura e il simbolismo sia massonico che cavalleresco, le tre origini del sistema sono:

  • la libera muratoria francese dell’epoca, con la sua articolazione nei diversi gradi e che, modificata, si strutturò intorno al 1786/1787 in un sistema che, in seguito, prese il nome di “rito francese” con i suoi tre gradi azzurri e i suoi quattro ordini, senza tralasciare i vari gradi la cui combinazione costituisce quello che viene chiamato “scozzesismo”;

  • il sistema particolare di Martinez de Pasqually (un personaggio misterioso e illuminato che Willermoz, come Louis-Claude de Saint-Martin, hanno sempre riconosciuto come proprio maestro) vale a dire “Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo “;

  • la “Stretta Osservanza “, chiamata anche “Massoneria rettificata” o “Massoneria riformata di Dresda”, un sistema tedesco in cui l’aspetto cavalleresco era assolutamente preminente su quello massonico, perché rivendicava non solo l’eredità ma anche la restaurazione dell’ex Ordine del Tempio cessato nel 1312.

Le due  principali fonti spirituali da cui il RER ha attinto sono:

  • la dottrina esoterica di Martinez de Pasqually, i cui elementi essenziali si riferiscono all’origine primordiale, alla condizione attuale e alla destinazione ultima dell’uomo e dell’universo;

  • la tradizione cristiana indivisa, alimentata dagli insegnamenti dei Padri della Chiesa. È bene sottolineare, qualora vi siano dei dubbi, che giammai si dovrebbe confondere il Cristianesimo con il cattolicesimo, che ne è la forma organizzata deteriore e non è certamente a questo che si ricollega il Regime Scozzese Rettificato.

Tutti i testi dimostrano l’ortodossia perfetta, per quanto riguarda le confessioni cristiane, del Regime Scozzese Rettificato che si occupa, non di ciò che divide i cristiani, bensì di ciò che li unisce. 

Sulla base di ciò, Willermoz ha dato al suo Sistema o Regime una struttura concentrica, organizzandola in tre classi successive  sempre più interne, e allo stesso tempo sempre più segrete, ognuna sconosciuta a quella che era esterna ad essa. Inoltre, ha raddoppiato il corso dell’iniziazione da un grado all’altro con un insegnamento dottrinale progressivamente sempre più preciso ed esplicito, mediante istruzioni che sono parte integrante del rituale di ogni grado.

Questo progetto complessivo – struttura e dottrina del Regime – è stato formalmente approvato in due fasi. Innanzitutto a livello nazionale, dal Convento delle Gallie (novembre e dicembre 1778) che ratificò, tra gli altri, il Codice massonico rettificato delle Logge unite e il codice dell’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa, che rimangono i testi costituzionali, ancora in vigore, del Regime. Quindi, a livello europeo, dal Convento di Wilhemsbad, in Germania (agosto e settembre 1782), tenuto sotto la presidenza del duca Ferdinando di Brunswick-Lüneburg e del principe Carlo d’Assia, principali capi della “Stretta Osservanza”, che si radunò in quella che fu chiamata al tempo la Riforma di Lione. Dunque come abbiamo accennato si può pertanto concludere che, essendo sorto dalle ceneri dell’Ordine della Stretta Osservanza Templare, anche la tradizione di origine templare è confluita nel RER.

La Classe Simbolica

Ovvero l’Ordine Massonico

Nella sua struttura originale, il Regime scozzese rettificato consisteva di tre classi, due manifeste ed una segreta:

La classe simbolica o l’ ordine massonico in cui viene conferita l’iniziazione massonica e portata a termine. 

Questa classe è suddivisa in quattro gradi:

  • i tre gradi (Apprendista, Compagno, Maestro) praticati nelle logge di San Giovanni , chiamate logge azzurre, a causa del colore delle loro decorazioni ;

  • il grado di Maestro Scozzese di Sant’Andrea praticato nelle logge di perfezione scozzesi, le cosiddette logge verdi per gli stessi motivi. Senza questo quarto grado, l’iniziazione massonica rimane incompleta. La cerimonia di ricevimento a questo grado riepiloga e completa il contenuto iniziatico e dottrinale dei tre precedenti e conduce al suo raggiungimento. Viene conferito al Maestro scozzese di Sant’Andrea per contemplare tutto ciò che lo attende fino alla sua reintegrazione nella Gerusalemme Celeste, obiettivo dell’iniziazione cristiana.

E’ da notare che con il nome di Grande Scozzese di Sant’ Andrea di Scozia tale grado è presente anche nella piramide della Massoneria Egizia e rappresenta il grado tramite cui si accede alla Chiesa Gnostica. I quattro gradi summenzionati si concentrano sulla ricostruzione interiore dell’uomo attraverso l’approfondimento della fede e la pratica più seria delle virtù cristiane.

Quando il Maestro scozzese di Sant’Andrea ha raggiunto il grado di realizzazione spirituale necessario, dimostrando di aver effettivamente messo in opera l’iniziazione massonica, può avere accesso all’Ordine Interno.

L'Ordine Interno

L’ordine interno è ulteriormente suddiviso in due sezioni:

  • un primo passo preparatorio e transitorio, quello dello Scudiero Novizio. Questa qualità è conferita dalla cerimonia di vestizione. In effetti, lo Scudiero Novizio ha il solo compito di prepararsi, almeno per un anno, a diventare un Cavaliere; ma se si rivela definitivamente inadatto, può e persino deve  (secondo il codice dell’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa) essere retrocesso per ritornare ad essere un maestro scozzese di Sant’Andrea.

  • la seconda tappa è quella di Cavaliere Beneficente della Città Santa (abbreviato: CBCS). Questo non è un grado, ma una qualità che viene conferita dalla cerimonia dell’armamento. Questo è in linea di principio celebrato dal Gran Maestro Nazionale e dal Gran Priore in persona o, in mancanza, da un delegato da lui nominato.

Il Cavaliere ha il dovere di lavorare attivamente nell’Ordine e nel mondo per mettere in pratica gli insegnamenti morali, religiosi e dottrinali ricevuti nelle logge di San Giovanni e Sant’Andrea, a cui non rinuncia ma dove deve, al contrario , e più che mai, dedicarsi al servizio dei suoi fratelli e di tutti gli uomini, soprattutto mediante l’esercizio della beneficenza.

La classe segreta della "Professione"

Nel XVIII secolo, è stata stabilita anche una classe segreta, quello della “professione”. I Cavalieri che la compongono sono suddivisi in due categorie: il Professo e il Gran Professo, riuniti in un Collegio Metropolitano. Essendo tenuti a un impegno totale nei confronti dell’Ordine, senza esercitare in quanto tali funzioni di responsabilità o direzione amministrativa (quest’ultima incombente sui dignitari dell’Ordine Interno), i Professi e i Gran Professi si dedicano all’approfondimento, attraverso lo studio e la meditazione, della dottrina esposta nei testi (istruzioni segrete conservate dal Collegio Metropolitano), incaricati di vivificare l’Ordine sia con la loro conoscenza che con il loro esempio di vita. Questa classe è apparentemente scomparsa o, se esiste ancora, continua, come in origine, un’esistenza molto riservata.